FATTI

Cartellino “giallo” alla guerra

“È possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace?”, si è chiesto papa Bergoglio. “Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo!”.
Colpiva, lo scorso weekend, il contrasto tra due sentimenti.
Da una parte il vento di fiducia e di speranza che soffiava su papa Francesco e su quanti con lui hanno vegliato in piazza San Pietro, nutrendo la convinzione che qualcosa fosse possibile fare, provando a forzare la storia, invocando dal Cielo quella pace che tante volte gli uomini non sanno darsi o finiscono per sprecare.
Dall’altro l’atteggiamento tra il disincantato e il realista di chi pensa che non si possa fare niente. Che il mondo e la storia si muovano secondo linee più o meno uguali da secoli, che la guerra è stata sempre e sarà sempre compagna dell’umanità. E’ il mood che traspariva dall’articolo di fondo di Galli Della Loggia sul Corriere della Sera, domenica mattina.
E’ impossibile espellere la guerra dalla storia, sosteneva l’editorialista. E poi, in fondo in fondo, perché farlo? La guerra ogni tanto risolve dei problemi, esercita un’azione deterrente, e noi, questo nostro ricco e stanco Occidente al tramonto, abbiamo ancora tanti nemici. La guerra non può essere espulsa dalla storia.
Frasi già sentite, in verità. Per la schiavitù, l’ineguaglianza giuridica, la discriminazione di genere, il razzismo, la pena di morte, etc.. Questi fenomeni storici, pur legati al divenire dell’uomo, non sono forse sembrati di volta in volta ineliminabili?
Eppure l’uomo ha espulso molti di essi dalla sua storia, definitivamente. E ad altri, se non ha ancora avuto il coraggio di mostrare il cartellino “rosso”, ha almeno fatto capire che il loro

tempo è contato. Non può succedere lo stesso alla cara (per qualcuno), vecchia, guerra?

Si tratta di questo, oggi, alla fin fine. Di ammonire la guerra. 
Ebbene, superando quello “scetticismo amaro che da qualche tempo s’è impadronito della nostra Europa e di tanti parti del pianeta”, come ha scritto Cardia su Avvenire, chi era in piazza San Pietro sabato scorso ha sognato di mostrare un cartellino “giallo” alla guerra.
Ha sognato. E chissà che quel sogno non si riveli più forte e più duraturo del realismo senza speranza di chi è abituato a ripetere quel che è già stato. La guerra è stata ammonita, chissà che il suo tempo non sia agli sgoccioli, che la sua espulsione non sia vicina. 

Chi vuole continuare ad avere un sogno è incoraggiato a farlo, un altro mondo è possibile, un mondo in cui la guerra non continui la sua partita con la storia, ma vada sotto la doccia anzitempo.

Francesco De Palma

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