FATTI

(Cento e) Lode agli alunni di origine straniera

Una breve notazione – tra le tante possibili – partendo dagli esami di stato (la “maturità”), che sono andati svolgendosi in questi giorni e che il sottoscritto ha concluso proprio ieri.

Per evidenziare l’impegno e le capacità degli alunni di origine straniera, dei nuovi italiani, potremmo dire, dei nuovi europei. Nella commissione di cui facevo parte la maggioranza dei “trenta” attribuiti al colloquio finale è andata proprio a loro (tre su cinque), a chi era nato sotto un altro cielo, a riconoscimento di un’applicazione e di un inserimento che sono motivo di vanto

per noi – noi professori, noi italiani di nascita – e per loro – loro studenti, loro che hanno dovuto affrontare più difficoltà di tanti altri -. 

La nuova Italia, la nuova Europa, l’Italia del futuro, l’Europa del futuro, nascono anche dalla trasmissione di un sapere e di una mentalità critica che sono il miglior patrimonio del nostro passato e le fondamenta dell’edificio che altri porteranno avanti. Più eterogenei della generazione che li ha preceduti su queste terre i nuovi italiani continueranno la storia di Enea, antico profugo via mare, di Dante, che ben sapeva “come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”, di tanti altri meno famosi antenati, nostri e loro.
Troppe volte la società, ma anche la scuola, ripetono parole vecchie su questi nuovi italiani e nuovi europei: “Sono un problema”, “Sono una criticità”, …. No, vorrei dire. Sono davvero un punto di forza, a scuola e non solo. Sono una condizione periferica che si impegna con successo per conquistarsi una nuova centralità; sono lo scarto di altre nazioni che diviene pietra di fondazione per l’Italia del futuro; sono il domani bello e vitale di un paese che rifiuta la stasi o il declino.

Francesco De Palma
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