Il presidente armeno Serž Sargsyan in Italia: una visita carica di significato
Una visita carica di significato quella del presidente armeno Serž Sargsyan, in Italia in questi giorni, che si svolge in un delicato periodo storico-politico. Non solo perché siamo alla vigilia del centenario dello sterminio degli armeni (iniziato nel 1915 durante la Grande Guerra in quello che fu l’Impero Ottomano), ma anche perché in questo periodo molte minoranze cristiane e non, risiedenti da secoli nei paesi del medio oriente, vivono sempre di più una vera e proprio persecuzione a causa dell’inasprirsi delle tensioni nei paesi islamici.
Il popolo armeno, che vanta una storia di 3000 anni, è stato il primo a convertirsi interamente al cristianesimo nel 301 e ha sempre saputo adattarsi e convivere con i cambiamenti storici della regione in cui è vissuto, in un clima di convivenza. Fino al “Medz Yeghern”, il “Grande Crimine”, uno sterminio consumato nell’indifferenza, anche perché nessuno si aspettava, in quel ormai lontano 1915, un simile gesto da parte dell’Impero Ottomano. Uno sterminio che ha colto impreparato un occidente troppo sonnolento e ripiegato su se stesso.
Proprio perché la storia ci fa da maestra, oggi quello stesso occidente, dovrebbe guardare con più attenzione all’evolversi delle tensioni in medio oriente. Infatti già ora molte minoranze cristiane e non, che fino a ieri vivevano in pace in un sistema di convivenza anche molto antico, sono al centro di pesanti persecuzioni, come la minoranza Yazida in Iraq o la comunità armena siriana.
Minoranze importantissime perché, oltre ad essere dei preziosi esempi di antiche culture e religioni sopravvissuti fino ad oggi, la loro presenza nei secoli ha contribuito a mitigare e a variegare il tessuto nazionalista dei paesi in cui risiedevano. Anche per questo l’occidente dovrebbe pensare seriamente a salvaguardare queste minoranze che sono degli esempi concreti di convivenza.
Simbolicamente, la visita ufficiale del presidente armeno Serž Sargsyan, si è conclusa nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, memoriale dei martiri del 900, al cui interno è venerata un’ icona dev’è è raffigurato, tra l’altro, il genocidio armeno ed è conservata una reliquia risalente proprio al genocidio.
Diego Romeo
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