Home, Casa, la poesia dà voce alla sofferenza dei profughi
allontana! […] Chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere”.
misericordia. Perché capiamo di più, come scrive la Shire, “Che nessuno mette i suoi figli su una barca / A meno che l’acqua non sia più sicura della terra / Nessuno va a bruciarsi i palmi / Sotto ai treni / Sotto i vagoni / Nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion / […] Nessuno striscia sotto ai recinti / Nessuno vuole essere picchiato / Commiserato / Nessuno se li sceglie i campi profughi / […] A nessuno verrebbe in mente di lasciare la propria casa / A meno che non sia stata lei a inseguirti fino all’ultima sponda / A meno che proprio casa tua non ti abbia detto / Affretta il passo / Lasciati i panni dietro / Inoltrati nel deserto / Nuota negli oceani / Annega / Salvati / […] Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce / Che ti mormora all’orecchio / Vattene / Scappatene da me adesso / Non so cosa io sia diventata / Ma so che qualsiasi altro posto / E’ più sicuro di qua”.
Francesco De Palma
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