FATTI

Le periferie della grande città latinoamericana tra la Vergine Madre e la Santa Muerte

Dal piccolo colle di Tepeyac la Vergine di Guadalupe guarda l’enorme distesa di Città del Messico ed ogni altra città latinoamericana. 

Non è lei, però, la sola figura femminile attorno a cui si stringono dei fedeli. 
Avrà colpito molti la visita di papa Francesco a Ecatepec, sobborgo della capitale, a 30 km dal centro città, dove termina una delle linee della metropolitana, ma non l’immenso abitato. Avrà colpito molti il riferimento che tutti i media hanno fatto al culto che ad Ecatepec stesso (e non solo) si indirizza alla “Santa Muerte”, l’inquietante, scheletrica signora venerata dai signori e dai sicari del narcotraffico.
Se la Madonna di Guadalupe si rivolge a Juan Diego, l’indio dell’apparizione, per dire “Non sono io vostra madre?”, per liberare un popolo vinto e disilluso tanto dalla nuova schiavitù coloniale quanto dall’antica pratica del sacrificio umano, la Santa Muerte si rivolge ai suoi seguaci per indicare un orizzonte indefinito e concreto al tempo stesso, tra il magico e il sanguinario.
Eredità di un passato precolombiano? Sincretismo? Segno del bisogno e della disperazione di un popolo? Pulsione di morte?
Fatto sta che la Santa Muerte catalizza attorno a sé un vero e proprio culto, coi suoi riti e con la sua religiosità popolare.
Molto è preso a prestito, senza alcuna coerenza teologica, dalla simbologia cristiana. Altro deriva da quell’immagine della morte onnipresente in Messico, come ben sanno gli ammiratori di Frida Kahlo. 

La Santa Muerte è rappresentata come uno scheletro avvolto in un mantello, con la falce in pugno, o con una bilancia o un globo terrestre. Incute paura. Ma i suoi devoti si illudono che essa possa costituire per loro una presenza spirituale benevola, che la sua paura scacci via ben altre paure, e che blandendola essa indirizzi la sua ira verso qualcun altro. Alla Santa Muerte si chiedono prosperità, successo negli studi, protezione dai nemici, salvezza per sé e l’eliminazione dei nemici (l’antichissimo mors tua vita mea?).
Ha scritto Andrea Riccardi: “Nelle periferie delle grandi città messicane, la Chiesa cattolica è spesso lontana, ma questo è invece un culto vicino, sulla propria strada o a casa. È essenzialmente individualista, puntato sullo scambio di preghiere e offerte con grazie e favori”. 
La Santa Muerte è per me. E’ contro gli altri. Il suo fascino cresce in un mondo che non ha bisogno di madri, di fratelli e di sorelle. Tragico è il contrappunto con la Madonna di Guadalupe che si presenta come “vostra” madre.
Vedendo il tragico bilancio di sangue di un mondo che finisce per blandire la morte, pensando alla mattanza della violenza diffusa latinoamericana, c’è da sperare che le periferie del continente sappiano recuperare un orizzonte più pacifico, più materno e fraterno.

Francesco De Palma
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