La Francia, la Bibbia, il nodo della laicità
Un insegnante francese di scuola primaria legge alcuni passi della Bibbia in classe e viene accusato di avere violato il principio di laicità. Il suo nome è Matthieu Faucher ha 37 anni e fa il maestro di scuola elementare da circa due anni a Malicornay, 300 chilometri a sud di Parigi.
L’accaduto risale allo scorso febbraio ed è l’emittente radiofonica francese France Bleu a darne notizia.
All’interno del comitato dei genitori qualcuno non ha gradito l’iniziativa del maestro elementare e ha segnalato l’accaduto con una lettera anonima indirizzata ad un ispettore del provveditorato francese, presumendo un’infrazione del principio di laicismo di Stato, che consente l’insegnamento della religione nelle scuole, ma non il proselitismo.
Nonostante alcuni genitori e lo stesso preside della scuola si siano schierati al fianco del maestro, apprezzandone l’iniziativa ed in generale il lavoro con gli alunni, la commissione disciplinare dell’ispettorato scolastico, dopo una sospensione temporanea, lo scorso 29 maggio lo ha giudicato colpevole di aver utilizzato «testi di studio inadeguati a bambini di 9-10 anni» e lo ha trasferito in un’altra cittadina a lavorare come supplente. Ecco che l’accaduto ritorna a far notizia.
Ma cosa significa esattamente laicismo? “Indica una concezione, sviluppatasi a partire dal 19° secolo, volta ad affermare e valorizzare l’indipendenza della società civile e politica da ogni forma di condizionamento o ingerenza da parte della Chiesa. Si differenzia da laicità (che allude alla distinzione tra Stato e Chiesa) per la presenza di una componente anticlericale e per la tendenza a considerare la religione un fatto esclusivamente privato, che non deve in alcun modo influire sulle decisioni pubbliche’’ (fonte vocabolario Treccani).
Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in un’intervista del 2012 rilasciata al Sussidiario.net, spiega come la laicità è un ponto debole per i francesi, anche se ne fanno un punto d’orgoglio, eredità dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese. Blangiardo dice che il laicismo del sistema francese ‘’non tiene conto di valori che sono all’origine della società. Avere una religione, degli ideali, un’etica, è anche un motivo per rispettare le norme del vivere sociale. Nel momento in cui ciò viene meno, può scattare un principio di individualismo e di convenienza personale, per cui ognuno fa quello che vuole in quanto pensa che tanto non c’è una morale che lo guida’’. Nella stessa intervista Blangiardo fa notare che il laicismo del sistema francese ‘’non tiene conto di un elemento importante nella vita di tutte le persone, cioè il fatto di avere degli ideali di carattere religioso e di volere che siano rispettati anche dalla società in cui si vive. Ciò può creare dei conflitti – afferma -, perché non si può prescindere da un sistema di valori che le persone vivono con impegno e convinzione’’.
Anche Papa Francesco, lo scorso 28 ottobre, nel suo discorso rivolto ai circa 350 partecipanti alla conferenza (Re)Thinking Europe, organizzata dalla Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE) ha invitato i presenti a considerare il ruolo positivo della religione nella società, mettendo in guardia su “un certo pregiudizio laicista’’ che ‘’non è in grado di percepire il valore positivo per la società del ruolo pubblico e oggettivo della religione, preferendo relegarla ad una sfera meramente privata e sentimentale. Così si instaura – afferma il papa – il predominio di un certo pensiero unico, assai diffuso nei consessi internazionali, che vede nell’affermazione di un’identità religiosa un pericolo per la propria egemonia, finendo così per favorire un’artefatta contrapposizione fra il diritto alla libertà religiosa e altri diritti fondamentali’’.
Francesca Relandini
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