Una domenica particolare …
Si è celebrata ieri la I Domenica Mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco che ha annunciato di voler istituire in conclusione del Giubileo della Misericordia.
Avemmo già modo di parlare dell’invito di Papa Francesco di aprirsi personalmente, ma anche le proprie case nell’accoglienza di chi è solo, di chi è vittima della “cultura dello scarto”.
Una bella giornata di sole, limpida, anche se fredda, ha accompagnato il fiorire di pranzi, banchetti organizzati per e in onore di chi invece ogni giorno deve affrontare difficoltà nel mangiare, ripararsi dal freddo, incontrare qualcuno con cui parlare, accogliere malati e disabili spesso da soli per quasi tutta la giornata.
Papa Francesco, durante l’omelia della celebrazione domenicale, per introdurre questa straordinaria giornata, ha detto: «Il grande peccato nei confronti dei poveri ha un nome preciso: indifferenza. È dire: ‘Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società’. È girarsi dall’altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene».
In un altro passo dell’omelia, il Papa ha ricordato che i poveri hanno un posto speciale nel cuore di Dio: «Questi fratelli più piccoli, da lui prediletti, sono l’affamato e l’ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l’abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato”. E allora “questa – sottolinea il Papa – è la vera fortezza: non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese verso i poveri, verso la carne ferita del Signore».
Al termine della celebrazione – gremita e con la partecipazione di tantissimi poveri – Papa Francesco ha ospitato personalmente nell’ L’«Aula Paolo VI», trasformata per l’occasione in una sala da pranzo, 1500 persone sistemate in centocinquanta tavoli, ognuno con dieci posti. Tavoli tondi, preparati ed apparecchiati in stile elegante, ma sobrio.
Unica eccezione, la lunga tavolata con venti persone a cui si è seduto il Papa. Accomodati con lui vi erano giovani, anziani, italiani, stranieri, senza fissa dimora, più poveri o meno poveri, come a rappresentare le tante anime della città.
Oltre agli ospiti accolti a S. Pietro, sono stati preparati altri 2mila posti in giro per la città di Roma, tra mense, seminari, collegi cattolici, atenei pontifici, locali della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio, tutti ornati a festa per l’occasione.
I diversi menu sono stati sobri, ma sempre abbondanti e gustosi, consumati in compagnia di altri religiosi, seminaristi, volontari e amici vari che quotidianamente sono vicini ai poveri, ma anche con la partecipazione di persone attratte dall’evento per aiutare nel servizio o a far compagnia durante il pranzo.
Tutti hanno ringraziato per la bellissima quanto straordinaria giornata che ha chiamato a raccolta tante forze buone della città e tanti incuriositi e desiderosi di incontrare non più solo i propri vicini. Una donna divenuta povera e che ha perso la famiglia, ora ospite della Caritas, al termine della giornata, intervistata da Radio Vaticana, ha detto con estrema lucidità: “Francesco è un Papa rivoluzionario. Lui, è vero, tiene ai poveri in modo particolare. Per me è come una luce, come un faro, come penso lo sia per moltissime persone nel mondo. Dà una grande speranza e sensibilità verso i poveri, perché in questo mondo stiamo andando alla disumanizzazione e i poveri sono quelli più ghettizzati, quelli più isolati, più calpestati, più dannati – se vogliamo usare questo termine. Il povero è così” .
Papa Francesco è riuscito a coinvolgere e a convogliare molti col suo invito: religiosi, studenti, tante persone di buona volontà e anche non pochi ristoratori. Su richiesta ed invito del parroco di S. Eustachio don Pietro Sigurani, si sono uniti all’iniziativa anche una decina di ristoratori nella zona del Pantheon, ognuno con la sua formula e la propria generosità, ma comunque iniziativa sempre ben accetta.
Una giornata straordinaria per tanti che sarebbero rimasti da soli, tanti volti sconosciuti, anonimi.
Il Papa, tra le altre cose, ci ha mostrato come la povertà abbia il volto di donne, di uomini e di bambini che, come sono stati accolti in questo pranzo, potranno essere accolti anche in altre occasione, perché ora non saranno più anonimi o lontani come prima.
Germano Baldazzi
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