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Ciao amore, ciao

Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 Luigi Tenco si toglieva la vita dopo una sfortunata partecipazione – in coppia con Dalida – al Festival di Sanremo. La loro canzone, “Ciao amore, ciao”, non venne apprezzata dalle giurie e non fu ammessa alla serata finale, nemmeno con il ripescaggio.

Tenco fu preso dallo sconforto, rifiutò di fermarsi con Dalida e con altri, si ritirò in camera. Poco più tardi il tragico gesto.

Il brano interpretato dai due cantanti a Sanremo resta molto famoso per quel che riguarda il ritornello – “Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao”, appunto -, mentre poco conosciuto è il tema generale, come pure le strofe, della canzone.

“Ciao amore, ciao”, infatti, è una testimonianza dell’Italia che emigrava (e continua ad emigrare), un tema in genere rimosso dalla nostra letteratura, dal nostro orizzonte musicale, nonché – in generale – dalla nostra memoria collettiva: “Guardare ogni giorno / se piove o c’è il sole, […] e un bel giorno dire basta e andare via. / Andare via lontano / cercare un altro mondo / dire addio al cortile / andarsene sognando. / E poi mille strade / grigie come il fumo / in un mondo di luci / sentirsi nessuno”.

Francesco De Palma

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