Sotto lo stesso cielo del Sud Sudan
Due giorni fa è stato firmato a Roma, nella sede della Comunità di Sant’Egidio, un cessate il fuoco tra le fazioni che si combattono da anni in Sud Sudan. Dovrebbe essere il preludio della pace.
Ma perché ci dovremmo interessare di un paese nato da nove anni, che non è riuscito a trovare l’equilibrio necessario per rimanere stabile? Perché ci dovrebbero interessare milioni di sfollati? Non abbiamo responsabilità nella situazione di quel paese, aveva la sua chance e l’ha sprecata. Mentre pensiamo queste cose ci accorgiamo che al nostro discorso manca qualcosa, una voce dentro ci dice che non è così. l’Africa la sentiamo vicina, e non perché probabilmente l’uomo è nato nelle sue pianure, c’è qualcosa di più contemporaneo, di più epidermico.
In Africa noi ci siamo andati come europei. Cercavamo le risorse, inizialmente è stata un’avventura, poi una spremitura.
Un altro evento è interessante per il nostro discorso: verso la metà del secolo scorso, probabilmente portata alcuni animali da soma venuti dall’Italia, in Africa si diffuse la peste bovina. Distrusse le mandrie dei Masai riducendo quel popolo alla fame, ridusse la biodiversità delle savane, le giraffe rischiarono l’estinzione. Più che estraneità, la nostra con loro sembra una relazione in cui un mondo solido nelle strutture sociali ha sfruttato un altro fragile e nel caos.
Ed ora?
Per la nostra forza possiamo sentirci estranei al Sud Sudan e all’Africa in genere. Ma l’indifferenza per l’altro è una malattia contagiosa che l’Europa rischia di contrarre, rendendola instabile al suo interno, e quindi fragile e vulnerabile. Pensare solo all’interesse personale nell’indifferenza verso l’altro potrebbero cambiare l’Europa radicalmente, esporla alle stesse problematiche che oggi ci sembrano lontane, come quelle di un paese giovane e inquieto.
L’isolamento dell’Europa dall’Africa è impossibile perché l’Africa è la sua sposa, come quella del Cantico dei Cantici, in cui essa dice di sé: ”Nera sono, ma bella”. Ecco perché ci interessa la guerra in quel paese. Perché siamo sotto lo stesso tetto, come due sposi, il tetto nel cielo.
Luca Giordano
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