UOMINI

La fine di un torturatore

Si è spento a 77 anni, a Phnom Penh, il compagno Duch, ovvero Kaing Guek Eav, ex responsabile della prigione-lager di Tuol Sleng, nella capitale cambogiana, per conto del regime genocida dei khmer rossi.

A Tuol Sleng, originariamente una scuola, il regime installò i più feroci tra i suoi aguzzini e mise in atto i più atroci tra i suoi crimini. Quelle che erano state aule e spazi di cultura vennero trasformate in celle sovraffollate, in stanze per la tortura, in luoghi di dolore e di morte.

Dal 1976 al 1979 a Tuol Sleng furono internate circa 20.000 persone, tutte poi barbaramente uccise. I superstiti non furono più di alcune decine. Se l’intera Cambogia dei khmer rossi fu coinvolta in una follia genocida che spazzò via due milioni di vita, il carcere diretto da Duch costituì il vertice della crudeltà e del disprezzo per la vita umana.

Oppositori, intellettuali, rappresentanti del ceto medio, khmer moderati, familiari di condannati, gente incappata per sfortuna nelle ire di Pol Pot e dei suoi accoliti, furono tutti eliminati senza pietà, fino alla liberazione della città da parte delle truppe vietnamite nel 1978.

Nel 1980 Tuol Sleng è stata convertita in museo, un museo che riceve una media di 500 visitatori al giorno, e che testimonia della follia del regime dei khmer rossi. La lunga galleria di foto che si snoda per tante sale, scattate dai carcerieri al momento dell’arresto, mostra bene quante vite, quante speranze, quanti sogni quanti percorsi, siano stati travolti dal male che si è impadronito della Cambogia per tre anni.

Francesco De Palma

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