Del “caso Kaufmann” e del “trionfo della Divina Provvidenza” …
La presentazione di un libro. In una cornice eccezionale, benché non inconsueta nella città più bella del mondo.
Il libro è “Il caso Kaufmann”, di Giovanni Grasso, portavoce della presidenza della Repubblica, edito da Rizzoli. La cornice è l’enorme salone del piano nobile di Palazzo Barberini, a due passi dal Quirinale, sotto la volta dipinta da Pietro da Cortona raffigurante ‘Il trionfo della Divina Provvidenza’, un capolavoro del barocco, un maestoso comporsi di figure allegoriche, centinaia di metri quadri di colore, il secondo affresco per estensione a Roma dopo quello michelangiolesco della Cappella Sistina.
Il romanzo di Grasso racconta una storia d’amore e d’ingiustizia nella Germania delle Leggi di Norimberga. Una storia vera: quella del presidente della comunità ebraica della città bavarese, Leo Katzenberger, e di una non ebrea, Irene Seiler. Una storia tragica: i protagonisti si muovono mentre si approssima la tempesta che spazzerà via l’ebraismo europeo. La storia minore di un maturo vedovo ebreo e di una giovane “ariana” che, benché non sfoci in una vera e propria relazione, viene travolta dalla Grande Storia, dall’ossessione per la contaminazione razziale, dal clima di odio e di violenza che si è affermato in Germania. Il tutto culmina nella vicenda processuale, nel male che conquista i cuori e si fa Legge.
Ha scritto Aldo Cazzullo, sul “Corriere della Sera”: “Attraverso gli occhi di Leo – la vittima sacrificale – e quelli di Irene – un’eroina pura e sfortunata, una sorta di Antigone moderna – si può leggere la storia dell’umanità, quando a prevalere sono i pregiudizi, l’odio e la paura del diverso. Quando l’irrazionale e il fanatismo irrompono nella vita delle persone, distruggendo sentimenti, affetti e cancellando ogni traccia di residua umanità”. Parole che non possono non far pensare anche a un presente in cui l’irrazionale e la contrapposizione identitaria si fanno strada – con tutte le debite differenze del caso – a scapito dei sentimenti di umanità.
E allora si alzano gli occhi alla volta affrescata, a quel “Trionfo” della Divina Provvidenza dipinto quasi 400 anni fa, alle scene che ne accompagnano il corpo centrale, al Furore che viene disarmato dalla Mansuetudine, alla caduta dei Giganti, su cui si libra Minerva, vittoria della Ragione sulla Forza Bruta. E allora si pensa che questo sonno della ragione dovrà passare, che questa eclissi dell’umanità è destinata ben presto a lasciar spazio a una luce migliore ….
Francesco De Palma
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