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Garbatella ne fa 100!

In questi giorni si festeggia il centenario del quartiere della Garbatella.

Pensato e costruito negli anni del Ventennio, era stata pensata dagli architetti e urbanisti del tempo come “città-giardino”. Effettivamente il primo nucleo edificato era di edifici di due o tre piani, con intorno un piccolo giardino della casa o del piccolo condominio, tutto circondato da un cortile. Sono i cosiddetti “lotti”.

Accanto ad essi, negli anni, furono edificati i cosiddetti “alberghi suburbani”. Quattro, tutti intorno a via Guglielmo Massaia, da un lato e l’altro del lungo viale e nella adiacente via Percoto. Presero il nome dal colore con cui erano stati edificati: Albergo Rosso, Albergo Bianco, Terzo Albergo (eccezione nel nome) ed infine Albergo Giallo. Il progetto pensato per gli Alberghi era quello di una sistemazione provvisoria, suddivisa fra spazi comuni (come le scuole o le cucine), e spazi privati (camere da letto), concezione che però non avrà vita lunga, tanto che furono costruiti anche i bagni nei singoli appartamenti e, in tempi più recenti anche gli ascensori.

L’Albergo Rosso

In particolare l’Albergo Rosso conserva una storia molto particolare: l’orologio che sormonta l’edificio per moltissimo tempo è rimasto fermo sull’ora dell’inizio dei bombardamenti sul quartiere di San Lorenzo, nel 1944, per la precisione alle 11:25.

La storia degli Alberghi comprende anche la visita di una grande figura come quella del Mahatma Gandhi nel 1931, che nel corso del suo viaggio a Roma si recò a vedere l’Albergo Bianco. In piazza Michele da Carbonara è stata affissa una targa che ricorda il suo passaggio nel quartiere.

Il nome del quartiere così costruito doveva essere “Borgata Giardino Concordia”, ma il nome Garbatella, si era già radicato nella cultura popolare dei primi abitanti della zona.

Nel bello e documentato volume pubblicato per la ricorrenza: “Garbatella 100 – Il racconto di un secolo”, si ricostruisce la storia del quartiere e anche l’origine del nome. Il volume, corredato anche da storiche immagini di repertorio con altre più recenti racconta la crescita e la trasformazione del quartiere, le anime che vivono e che caratterizzano la vita dei residenti.

Si ricorda anche il ruolo molto importante rivestito dai diversi parroci che hanno animato le parrocchie della Garbatella: p. Alfredo Melani, ricordato come il pioniere della Garbatella, ma anche come un “fratello maggiore” per come aiutò, protesse e seguì la crescita del quartiere e dei suoi abitanti. Giovane chierico, p. Melani arrivò nel 1925 per la prima volta, con l’intento di riaprire al culto la “Chiesoletta”, adattando poi ad oratorio giovanile l’attiguo fabbricato, che era stata la stalla dell’azienda agricola del vecchio proprietario, ormai deceduto.

Nel 1930 alla Garbatella verrà costruita ed aperta la prima scuola elementare, la “Michele Bianchi”, rinominata – dopo la guerra – in ricordo di “Cesare Battisti”, in piazza Damiano Sauli. Invece la prima scuola media, privata, nacque accanto alla vaccheria-oratorio e sarà il primo nucleo dell’istituto “Cesare Baronio” costruito dai Padri Filippini nel 1947-48. P. Melani ne sarà segretario e insegnante. La prima scuola media statale sorgerà solo venti anni dopo!

Padre Melani si preoccupò sempre della vita degli abitanti del quartiere, in particolare durante la guerra, quando nascose per mesi nella ex-stalla, poi oratorio diversi ebrei che abitavano alla Garbatella, sottraendoli alle razzie dei nazifascisti.

In realtà, il prete che incarna il culto e la vita della “Chiesoletta di Sant’Eurosia e Sant’Isidoro”, come dell’attiguo oratorio, fu p. Guido Chiaravalle, arrivato nel lontano 1957 alla parrocchia di San Filippo Neri, dove rimase fino alla sua morte, ad 87 anni, il 21 aprile del 2014. Era conosciutissimo e rispettato nel quartiere: aveva cresciuto generazioni di ragazzi alla Chiesoletta.

Alla Garbatella sono presenti anche altre due parrocchie: San Francesco Saverio aperta nel 1935 e Santa Galla, inaugurata nel 1940.

Fin dal 1973, è presente alla Garbatella anche la Comunità di Sant’Egidio: è stato uno dei primi quartieri che ha visto l’impegno dei primi giovani della Comunità, nata pochi anni prima, nel 1968.

La prima volta che i giovani della Comunità visitarono il quartiere si accorsero da subito che erano tantissimi i bambini presenti: iniziarono il loro impegno creando un doposcuola per i bambini delle elementari; poi organizzarono la prima cooperativa libraria per lo scambio dei libri scolastici usati per chi non aveva la possibilità di acquistare libri nuovi; ma anche una distribuzione di generi alimentari per le famiglie in difficoltà.

Una presenza che non si è mai interrotta in questi 47 anni e che ha visto il suo impegno riguardare i bambini con le “Scuole della Pace”, con gli anziani visitati a casa, ma anche nella vicina casa di riposo del San Michele all’Ardeatino. Un’altra iniziativa è la Scuola d’Arte realizzata con gli amici disabili, in cui si realizzano opere d’arte da soli o insieme ad altri, seguendo di volta in volta un tema. In alcune serate, si svolgono le cene itineranti per i senza fissa dimora e si contribuisce all’accoglienza nei giorni dell’“emergenza freddo” per offrire un ricovero a chi non a casa.

Per la festa, il Municipio VIII dal 18 al 23 febbraio ha organizzato una serie di eventi, tanti dei quali pensati per i bambini del quartiere, ma anche per gli adulti: sempre con l’idea di recare un omaggio alla storia del rione con sfilate e feste, eventi enogastronomici e concerti, incontri e visite.

Per avere informazioni sui festeggiamenti, ma anche su alcune notizie del quartiere e belle immagini, si può consultare il sito creato appositamente: https://garbatella100x100.it/.

Germano Baldazzi

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