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Il Cantico delle Creature

Nel Cantico Delle Creature quello che sorprende è la sua attualità

                        La poesia e il sacro 3.

Nei pressi della festa di San Francesco non si può non ricordare il suo Cantico Delle Creature. Questo testo, scritto intorno alla primavera del 1225, lo trovo più moderno di ogni moderno, parafrasando Pasolini. Secondo alcuni critici (cfr Franco Contini) è la prima poesia in volgare italiano. La cosa che sorprende è la sua attualità. L’anafora di questa poesia, Laudato sie, ha dato il titolo all’enciclica sociale sull’ambiente di papa Francesco. In questo tempo in cui è necessario fare i conti con l’ambiente, questa laude del poverello di Assisi getta luce più di molti discorsi.

Nonostante il suo carattere profondamente religioso, non parla solo ai credenti, perché con la sua semplicità crea una spiritualità che traspare dal testo anche per chi non crede. È questa la sua forza, che la rende intramontabile: una semplicità estrema, vera, che solo un pensiero profondo può generare. In questo modo lo spirito del tempo di Francesco non disturba un lettore contemporaneo. Ad esempio nel brano:

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore 

et sostengo infirmitate et tribulatione. 

Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, 

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

che leggerei così: “lodato sii mio Signore per coloro che nonostante la malattia e le difficoltà, continuano essere generosi, e affrontano la sofferenza con calma”. La perifrasi può sembrare audace, ma credo sia accettabile.

Queste parole non parlano di una questione di fede, sono le parole di un uomo malato che ci dicono come affrontare la malattia. In questo tempo di pandemia recuperiamo la sapienza che Francesco trasmette dal suo tempo, in cui le malattie erano un problema quotidiano.

Altissimu, onnipotente, bon Signore,

Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfane,

et nullu homo ène dignu Te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo quale è iorno et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi’Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba. 

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore 

et sostengo infirmitate et tribulatione. 

Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, 

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente po’ skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

 beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, 

ka la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate

e serviateli cum grande humilitate. 

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