Roma: una città e la sua chiesa …
In un agile volume a quattro mani – “Roma. La Chiesa e la città nel XX secolo” (Ed. San Paolo) – Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo ripercorrono la storia della Città Eterna e della chiesa che in essa vive ed opera dall’unità d’Italia a oggi. Con lo sguardo insieme attento e partecipe dello storico e del credente.
Il loro racconto si snoda dunque lungo più di un secolo, accompagnando il lettore alla scoperta di quanto si siano influenzate e compenetrate la città di Dio e quella degli uomini, la crescita dell’area urbana bagnata dal Tevere e il divenire della comunità ecclesiale più rilevante del mondo.
Eh sì, un po’ è una scoperta. Perché siamo spesso tentati di guardare a queste due facce di Roma come fossero due mondi, vicini ma non tanto. Da una parte la capitale dell’Italia finalmente unita, velocemente smarcatasi dalla dimensione per certi versi provinciale che aveva sotto i papi, avviatasi a divenire la terza Roma sognata da Mazzini, assurta a mito collettivo e ubriaco di volontà di potenza sotto il fascismo, capace di una tumultuosa e contraddittoria crescita nel secondo dopoguerra, in un contrasto quasi violento tra la “dolce vita” del boom e la “vita violenta” delle periferie di pasoliniana memoria, fino a giungere all’oggi, alla Roma stanca, slabbrata, insieme resiliente e male amministrata che conosciamo tutti. Questo da una parte. E dall’altra? Dall’altra una chiesa dall’articolazione millenaria, le cui dinamiche pastorali e parrocchiali restano in genere sottotraccia, oscurate dall’ombra del Cupolone, da figure di papi sempre più conosciuti e carismatici.
Ed ecco che queste due storie – quella civile e quella ecclesiale, nella città sui sette colli – si rivelano molto più intrecciate e debitrici l’una all’altra di quanto avremmo pensato. Il lavoro di Riccardi e Impagliazzo ci restituisce Roma come realtà sfaccettata e poliedrica, una sorta di microcosmo che vive con due polmoni, innervato e mosso da una pluralità di suggestioni, percorsi, protagonisti.
La vicenda complessa di una città unica al mondo non va messa tra parentesi, né derubricata al rango di storia minore. E’ questo il senso delle righe che aprono il volume, quasi una riflessione sul senso della storia e sul valore della sua conoscenza: sull’importanza che si costruisca sulla memoria, partendo da essa per avanzare verso qualcosa di nuovo. Perché “essere comunità – anche da un punto di vista civile – necessita di senso della storia, che fonda l[‘]identità” (p. 21).
E allora sfogliare questo libro dà lo stesso gusto dell’addentrarci tra i vicoli del centro storico. Ogni pagina è uno scorcio su una città che cambia ad una velocità sorprendente, epoca dopo epoca, evento storico dopo evento storico, pontefice dopo pontefice, cardinal vicario dopo cardinal vicario.
La “città sacra” del Concordato è stata messa alla prova della storia ed ora è in mezzo al guado, verso un futuro che non conosciamo. Comunità civile e comunità ecclesiale si confrontano con le sfide dell’oggi. Ma gli interrogativi riguardano tutti. A tutti noi – credenti e non – si rivolge la domanda di papa Francesco, che chiude il libro: “In questa città, in questa comunità ecclesiale, siamo liberi o siamo schiavi? Siamo sale e luce? Oppure siamo spenti, insipidi, ostili, sfiduciati, irrilevanti e stanchi?”.
Francesco De Palma
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