Fraternità, “la sfida del nostro secolo, la sfida dei nostri tempi”
Ieri si è celebrata la I Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Nella ricorrenza della firma del documento, sempre sulla Fratellanza Umana, siglato due anni fa ad Abu Dhabi da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad At-Tayyib.
Sappiamo come il tema della fraternità è centrale nella visione di Bergoglio e al cuore dell’ultima enciclica, “Fratelli tutti”. Nel magistero del papa è un modo di passare dal puro e semplice dialogo interreligioso a qualcosa di più stretto e sostanziale. In grado di aiutare tutti i contesti di fede e gli uomini di buona volontà ad impegnarsi non solo contro il terrorismo e per la “pacificazione” dei messaggi religiosi, bensì pure nella collaborazione per la protezione dell’ambiente globale e, oggi, per il contrasto alla pandemia.
Del resto, secondo il papa, non c’è alternativa a un tale impegno. Lo aveva detto appunto negli Emirati Arabi: “Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace”.
Pontefice e grande imam si sono allora incontrati di nuovo, stavolta virtualmente, come capita ai più in questo tempo difficile, proprio per celebrare insieme una giorno che non è rimasto solo nella memoria degli incontri interreligiosi, ma è divenuto una Giornata ONU (proclamazione il 21 dicembre scorso). Fratellanza umana, quindi, come orizzonte non solo spirituale, bensì pure dell’intera famiglia planetaria.
Per l’occasione è stato anche istituito un premio, il Premio Zayed, ispirato al documento del 2019, che ha visto come primi vincitori il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, e la musulmana francese Latifa Ibn Ziaten, la quale dopo aver visto uno dei propri figli morire per il terrorismo integralista ha fondato un’associazione culturale e gira le scuole transalpine per portare la propria testimonianza di dialogo e di pace.
Francesco è intervenuto in videoconferenza con un breve discorso che ha ribadito come “oggi la fratellanza sia la nuova frontiera dell’umanità. O siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda. Non c’è tempo per l’indifferenza. […] O siamo fratelli – consentitemi -, o crolla tutto. È […] la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi”. E ha aggiunto: “Siamo fratelli, nati da uno stesso Padre. Con culture, tradizioni diverse, ma tutti fratelli. E nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, delle nostre cittadinanze diverse, bisogna costruire questa fratellanza”.
Francesco De Palma
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