FATTI

Da Ypres (Belgio) un monito: ‘Mai piu’ la guerra, la pace dev’essere il futuro!’

Nel quadro dell’Incontro Internazionale di Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio ad Anversa con la presenza di rappresentati di tutte le religioni mondiali si svolge oggi a Ypres, qualche decina di km a sud di Anversa, appunto, una cerimonia commemorativa per ricordare i lutti e le tragedie della I Guerra Mondiale.
Ypres e’ uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra, come Sarajevo, come Verdun, come tanti altri …. A Ypres l’esercito tedesco uso’ per la prima volta nella storia, nell’aprile 1915, delle armi chimiche, un gas a base di cloro chiamato prima gas mostarda e poi iprite. Il nome della piccola cittadina delle Fiandre entrava cosi’ nel vocabolario di tutte le lingue del mondo, a indicare un nuovo orrore che l’uomo aggiungeva alla lunga lista delle atrocita’ belliche.
Ecco perche’, per dire ‘No’ alla guerra, alla disumanita’ che in guerra si scatena, giovani provenienti da ogni parte del mondo e rappresentative di ‘nuovi europei’, immigrati di varie religioni hanno voluto convergere a Ypres gia’ in mattinata. Ecco perche’ nel pomeriggio, alle 17.00, molti dei leader religiosi presenti ad Anversa si ritroveranno al Grote Markt di quell’antica cittadina completamente distrutta nei combattimenti di un secolo fa e poi ricostruita, per dirigersi in una lenta marcia silenziosa verso la Menenpoort, la porta di Menen, di fronte alla quale sorge il monumento ai caduti del Commonwealth sul fronte occidentale. L’enorme arco che si alza oltre la porta e’ stato concepito per riportare i nomi di tutti quei soldati che avevano trovato la morte nelle vicinanze e il cui corpo non e’ piu’ stato ritrovato. Piu’ di 50.000 quei morti, piu’ di 50.000 quei nomi, tanti da non poter essere nemmeno incisi tutti sul marmo del Menin Gate, rivelatosi insufficiente allo scopo.
Alla cerimonia di commemorazione parteciperanno il sindaco e il vescovo di Anversa, mons. Bonny, ma anche vescovi luterani e anglicani, imam musulmani, monaci buddhisti e studiosi induisti, nonche’ testimoni dei dolori e delle tragedie del passato prossimo e del presente. Alla fine della marcia e della commemorazione giovani di ogni paese d’Europa deporranno dei fiori alla base del monumento.
Da Ypres, luogo simbolo della guerra che ha inaugurato le tragedie del secolo breve, testimonianza dell’orrore ancora cosi’ attuale – ahime’ – delle armi chimiche, sale da tutte le religioni e da tutti gli uomini di buona volonta’ un grido che invoca per l’umanita’ la fine dell’incubo della guerra. Si’, come dice il titolo dell’Incontro Internazionale di Pace organizzato dalla Comunita’ di Sant’Egidio, la pace puo’ e deve essere il futuro. Che Ypres resti un monito di cio’ che non dovra’ mai piu’ accadere.

Marco Peroni
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