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Wannsee: la conferenza in cui si decise la Shoah

Esattamente il 20 gennaio 1942 diversi alti ufficiali delle SS, funzionari del governo tedesco e della NSDAP si riunirono in una bella villa del sobborgo berlinese di Wannsee per discutere ed approvare l’esecuzione di quella che sarebbe stata chiamata la “Soluzione Finale della Questione Ebraica”, ovvero lo sterminio pianificato e sistematico degli ebrei che vivevano nello spazio europeo controllato dal III Reich.

Il Generale delle SS Reinhard Heydrich organizzò la conferenza per rendere tutti edotti che esisteva un preciso mandato di Hitler – mandato giunto presumibilmente negli ultimi mesi del 1941 – all’RSHA, Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (ovvero alle SS), affinché fosse coordinata l’intera operazione. Probabilmente la conferenza fu una mossa di Heydrich per garantirsi il monopolio della gestione dello sterminio, in modo da evitare di dover dividere tale “merito” con altri uffici, in un contesto di strisciante lotta tra i capi nazisti per assicurarsi i favori del Führer.

In realtà lo sterminio in massa degli ebrei e di altri civili era allora già in atto nei territori occupati dell’Unione Sovietica. Al di là di qualche marginale eccezione sollevata dai presenti alla conferenza. Tutti erano già complici di un sistema omicida e dunque era scontato il via libera che sarebbe stato dato a Heydrich perché l’eliminazione della Gegenrasse venisse attuata con maggiore celerità e sistematicità. Il risultato fu l’avvio del meccanismo delle deportazione e l’ampliamento dell’universo concentrazionario in maniera da rendere possibile l’annientamento dell’ebraismo europeo.

A quanto risulta dal verbale redatto da Adolf Eichmann secondo le istruzioni ricevute da Heydrich i provvedimenti presi a Wannsee avrebbero interessato gli 11 milioni circa di ebrei residenti nei paesi controllati dall’Asse. Ecco alcuni passi tratti dal verbale stesso, dalla 16a copia (di 30 che ne vennero preparate, destinate alla massima segretezza) di esso, l’unica che sia giunta fino a noi:

Alla riunione sulla soluzione finale della questione ebraica, svoltasi il 20 gennaio 1942 a Berlino, Am Grossen Wannsee n. 56-58, hanno partecipato:

[…]

All’inizio della discussione il capo della Polizia di Sicurezza e delle SD, l’Obergruppenführer-SS Reinhard Heydrich, ha comunicato di essere stato incaricato dal Maresciallo del Reich di iniziare i preparativi per risolvere definitivamente la questione ebraica in Europa e ha sottolineato che la riunione è stata convocata allo scopo di chiarire alcuni aspetti fondamentali di tale questione.

[…]

La Direzione Centrale per la soluzione finale della questione ebraica è stata affidata al Reichsführer-SS e Capo della Polizia Tedesca (Polizia di Sicurezza e delle SD) Heinrich Himmler, senza alcun vincolo di natura geografica.

[…]

Viene ora adottata una soluzione alternativa all’emigrazione e cioè l’evacuazione verso Est, che ha ottenuto la preventiva autorizzazione del Führer.

[…]

Nel quadro generale della soluzione finale, gli Ebrei dovranno essere avviati al lavoro nell’Est Europeo. Tutti coloro che risultino abili al lavoro, suddivisi per sesso, saranno inviati in gruppi in quei territori per impiegarli nella costruzione di strade. Gran parte di essi morirà per cause naturali e quelli che sopravviveranno, cioè i più resistenti, dovranno essere gestiti adeguatamente poiché rappresentano il frutto di una selezione naturale. Qualora essi venissero rilasciati potrebbero costituire il germoglio di una futura rinascita Ebraica.

Durante l’attuazione della soluzione finale l’Europa sarà setacciata da Ovest ad Est.

[…]

In conclusione sono state discusse le varie possibili soluzioni e il Gauleiter Dr. Meyer e il Segretario di stato Dr. Bühler hanno ribadito la loro posizione secondo cui nei territori in questione alcune attività preparatorie relative all’attuazione della soluzione finale dovrebbero iniziare immediatamente.

Francesco De Palma
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