Roma occupata, 10 settembre 1943
Per questioni familiari per un lungo periodo ho vissuto con i genitori di mia madre.
Una delle cose che ricordo con maggiore piacere erano i racconti di mio nonno sulla sua vita. Non tutti racconti erano per così dire ameni, i più interessanti erano quelli in cui raccontava della guerra e dell’occupazione tedesca di Roma.
In quel periodo avevano nascosto una coppia di ebrei, amici del padre di mia nonna. L’uomo si chiamava Giorgio Soria, viveva sotto falso nome come Giovanni Silvani, il nome era stato scelto con le stesse iniziali perché aveva tutti i vestiti cifrati, quindi un eventuale controllo avrebbe potuto creare problemi.
I miei nonni erano delle persone normalissime. Ma in quella situazione fecero una cosa che per me è stato un atto di coraggio estremo. Mia nonna sapeva il tedesco e lo insegnava al liceo, aveva persino studiato un periodo in Germania, così decise di presentarsi al comando tedesco e di parlare direttamente con uno dei responsabili, chiedendo che le venisse risparmiato il temuto controllo da parte della polizia. Pare che parlò tutto il tempo della cultura tedesca, di Goethe e di quant’altro, con un colto ufficiale tedesco.Il controllo fu evitato. I tedeschi erano sempre i tedeschi, nascondere due ricercati e infilarsi nella tana del lupo fu un atto veramente coraggioso.
Le situazioni estreme provocano grandi atti di coraggio, la guerra aveva fatto emergere un coraggio e una generosità altrimenti nascosti. Qualcosa che può accadere in ogni situazione estrema.
L’anno scorso ho incontrato nel campo di Moria a Lesbo, proprio quello che è bruciato in questi giorni, una famiglia che era fuggita dall’Afghanistan perché uno dei capi talebani locali voleva sposare la loro figlia, contro la sua volontà. Per questo tutta la famiglia era fuggita affrontando un viaggio e una situazione terribile.
Credo che la grandezza dell’Europa sia proprio nel riconoscere il bene, e di premiare i comportamenti di grande civiltà e amore. Questa capacità di riconoscere il bene che ha traghettato l’anima europea attraversando gli orrori del nazismo e del fascismo, rischierebbe di essere persa in un egoismo minimalista e freddo.
Luca Giordano
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