La poesia e… l’amore.
Ricordo di Elsa Morante.
La passione narrativa
Ricordare Elsa Morante, scomparsa trent’anni fa il 25 novembre del 1985, è ricordare una passione narrativa che attingeva profondamente dagli strumenti della poesia. Aveva quello spessore che hanno solo gli scrittori più grandi. Poco alla ribalta, sembrano dimenticati, salvo ritrovarli da tutte le parti, perché il loro genio ha generosamente fecondato tanta parte della cultura. Era posseduta dal demone di Sherazade, la passione narrativa che fa vivere, che ci salva dal re di questo mondo che ci vorrebbe tutti dei numeri, sacrificabili sull’altare del guadagno, del conformismo.
Amore inaspettato
L’incipit ci forza immediatamente, senza ammorbidire l’impatto, amare o non amare, non c’è altra divisione. E continua a forzare poi con l’autorevolezza dell’artista, distruggendo i luoghi comuni dell’amore: la fedeltà, la coerenza, la conformità. È il colore delle ali, i riccioli dei capelli: è l’inatteso che ci sorprende con la sua bellezza e ci fa amare. È il diverso l’oggetto dell’amore, persino lo scandalo è trasformato in vanto. Sono catturato da questa poesia che assomiglia per me al Cantico dei Cantici di Salomone. Allegoria quindi, però non edulcorata, non smorzata nei toni, come un quadro che ha perso il suo colore, ma viva e luminosa, come può essere un rapporto d’amore travolgente.
Alibi Solo chi ama conosce. Povero chi non ama! Come a sguardi inconsacrati le ostie sante, comuni e spoglie sono per lui le mille vite. Solo a chi ama il Diverso accende i suoi splendori e gli si apre la casa dei due misteri: il mistero doloroso e il mistero gaudioso. Io t'amo. Beato l'istante che mi sono innamorata di te. Qual è il tuo nome? Simile al firmamento esso muta con l'ora. Sei tu Giulietta? o sei Teodora? ti chiami Artù? o Niso ti chiami? Il nome a te serve solo per giocare, come una bautta. Vorrei chiamarti: Fedele; ma non ti somiglia. La tua grazia tramuta in un vanto lo scandalo che ti cinge. Tu sei l'ape e sei la rosa. Tu sei la sorte che fa i colori alle ali e i riccioli ai capelli. (...)
Elsa Morante; Roma, 18 agosto 1912 – Roma, 25 novembre 1985
Sei l’ape e sei la rosa
L’amore che muta, che viene e che va. Un pensiero così contemporaneo, che si trova oggi perfettamente a suo agio, senza il fastidioso politicamente corretto, e anche qui per rimanere vivo, forte. Tanto che quasi non basta l’amore ordinario tra due persone. Amore per l’umanità, per i popoli, amore per il pensiero, la cultura, la bellezza. È certamente una dimensione spirituale dell’amore, è il senso che si trova nella passione di vivere, si percepisce che il mondo dove quest’amore si genera è sacro. Questa è la grandezza: una donna laica, raramente si attaglia così bene questo aggettivo a una persona, rivela la dimensione spirituale del mondo, del resto la poesia vive di ossimori.
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